mercoledì 10 gennaio 2024

Megarette #1: Rinascita, di Andrea Pirondini, Fabio Govoni e Giacomo Pilato

Buongiorno a tutti e ben ritrovati fumettari!
Come avete passato questo ultimo giro di boa delle feste? Se da una parte bramavo di riposare un po’ dall’altra non vedevo l’ora di tornare a bloggare.
Eccomi qua infatti per una nuova recensione: il primo volume di Megarette di Andrea Pirondini con i disegni di Fabio Govoni e Giacomo Pilato. Era da un po’ di tempo che lo tenevo in cantiere in attesa di uscire allo scoperto…così dopo essermelo gustato nei giorni scorsi posso raccontarvi come la penso.

Titolo: Megarette # 1

Autore: A. Pirondini, F. Govoni

Editore: Weird Book

Collana: Weird Comics

Pagine: 112

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Cosa racconta questa prima parte di questa trilogia? Siamo in un’aula universitaria. Un professore spiega ai suoi alunni come gli uomini di Neanderthal si sono estinti. Com’è potuto succedere? Com’è che tutto è cambiato? L’uomo come si è ritrovato a dover subire una migrazione di tale portata?

Con queste domande che ci attaccano la mente ci ritroviamo altrove, le pagine ci trasportano avanti nel tempo. Un tempo che noi non conosciamo, affiancati da un barcaiolo che si imbatte in qualcosa, in qualcuno, in colei che è destinata a rovesciare lo status quo: Anna, una ragazzina indifesa che sembra proprio essere piovuta dal cielo.
Il barcaiolo e la comunità dei suoi simili, i Sapiens, vivono una realtà sconcertante. Il mondo non è più quello che conosciamo adesso. Le loro esistenze sono governate dai Neanderthal che hanno preso il sopravvento e li costringono a vivere in condizioni di sudditanza. Come hanno potuto sopravvivere i Sapiens ai numerosi attacchi dei loro mostri? Perché all’interno della città-fortino vi è una divinità robotica che somiglia tanto a Megarette, la mega-gigante che sembra essersi persa nello spazio profondo, e che finge di essere una divinità? Che ruolo avrà Anna in questo mondo dove la violenza, l’istinto e una legge primordiale dominano incontrastati?

Ok. Mi fermo qua. Non me la sento di raccontare altro, è giusto che ciascuno scopra le proprie sorprese!  Ciò che il lettore si trova di fronte è l’immediato utilizzo del ritmo temporale. La storia di Megarette viene frammentata in 3-4 fili narrativi che vanno subito inseguiti e afferrati… Non è possibile fare altrimenti. Un attimo prima siamo seduti su un banco di fronte a un adulto che ci racconta una parte della nostra storia, quello successivo siamo in coma siderale assieme a Megarette in collisione con un satellite e quello dopo ancora siamo all’interno di un cunicolo sotterraneo in compagnia di qualcuno che per anni ha cercato di prendere il suo posto. Il tutto nel brevissimo arco di poche pagine. Sintesi e ritmo incessante allo stato puro.

Nessun tema aulico, nessun tema che presuppone chissà che cervellotica spiegazione. Pirondini e la sua squadra utilizzano la semplicità e l'immediatezza per far arrivare il messaggio. Il lettore si trova di fronte la bestialità, o per meglio dire, l'essenza del nostro essere, l’essere umano riportato agli albori, a quando l’unica cosa che contava era la cacciare o essere cacciato.
Anna viene accolta dal barcaiolo come un animale. Lei non parla, è taciturna, sembra addirittura che non abbia niente di umano. Sfortunatamente per lei sarà costretta a crescere e anche alla scelta. Costretta a farsi spazio nel mondo a gomitate per non essere fatta a pezzi da una comunità che non la comprendere e non capendola l’unica cosa che è in grado di fare è tentare di ucciderla. Di fronte a una minaccia l’uomo non ha mai esitato a fare del male e, purtroppo, queste pagine ce lo raccontano fin troppo bene, riempiendo questo primo volume di una scarica di attualità e modernismo senza pari.
La storia (come materia) non ha mai smesso di insegnarci qualcosa, certo a modo suo, non si è mai messa i guanti bianchi per ricordarci quanto siamo sempre pronti a criticare gli altri, come gli abitanti dell’isola-fortificata, senza però guardarci dentro e vedere che siamo peggio di chi ci sta di fronte.

I Sapiens dovrebbero essere la specie più evoluta della nostra razza. Dovrebbero. Allora perché, per quanto intelligenti, in questa storia sono precipitati nel vuoto e hanno preferito credere alle parole di un totem-fantoccio che parla con la voce tonante di una donna corrosa dall’acredine e dalla solitudine?
Un popolo in balia di una minaccia che ancora non conosciamo (ok si chiamano Neanderthal ma chi sono e come sono fatti ancora non lo sappiamo) e che si illude che le cose possano andar meglio solo perché un idolo-ciarlatano si cela dietro una maschera mi ha fatto pensare a Oz e al Magnifico Mago. Gli abitanti confinati della Città di Smeraldo e che vivono nel terrore di vedersi piombare addosso le Scimmie Volanti, non sono forse gli stessi che adesso vivono nella paura che qualcosa o qualcuno possa portare via loro quel poco che hanno? Il vero Oz non è forse un piccolo uomo capace solo di illudere la gente?

Anna è tutti noi.
Anna è la vittima, ma proprio per questa sua caratteristica deve cavarsela da sola perché nessuno l’aiuta. Da un parte abbiamo una lei remissiva che solo dopo che la sua vita è stata messa in pericolo decide di reagire…e dall’altra una Anna più vicina a noi. Questa Anna sa già cosa chiedere alla vita, sa come farsi valere di fronte alle avversità. Megarette fa parte di lei. Dai tempi antichi le ha lasciato qualcosa, qualcosa di legato al momento in cui fu data in pasto alla folla, una lei che mantiene un collegamento con la parte più primordiale di sé stessa.
E’ questo il punto forte di questo inizio storia. Il confondere i piani temporali. I fili narrativi aperti sono distinti fin dall'inizio. Quello che tiene unito il tutto è il non detto, il piacere di conoscere una storia per come ce l’hanno sempre raccontata nei libri e vedere come sia possibile ribaltare tutto quanto creando una narrazione che mischia una lezione di paleontologia e il moderno, l’avventura a una forte critica della società (che in parte ancora ci appartiene) e un popolo di primitivi che sembravano estinti e che adesso rischiano di sovvertire l’ordine delle cose.

Cos’è accaduto dopo che la Anna imprigionata nella città-fortino ha deciso di ascoltare la voce entro di lei? E quali conseguenze si sono invece abbattute contro la Anna dei giorni nostri, la cheerleader col temperamento degno di una guerriera d’altri tempi?

Adesso che i Neanderthal stanno per attaccare tutti siamo in pericolo...e questo è l'inizio di una storia che merita di essere tramandata.

Francesco Balestri

mercoledì 3 gennaio 2024

Diabolik inedito: L’ultimo giorno - N°11 (2023)

Ciao a tutti e ben ritrovati sulle pagine di questo blog!

Dopo che qualche tempo fa ho riscoperto il piacere di trovarmi di nuovo immerso nel mondo di Diabolik ho pensato…beh perché non continuare? Eccomi quindi a spendere due parole sul malvivente mascherato più affascinante di sempre e la sua compagna che pure lei non ha eguali…c’è poco da dire. Se Diabolik non avesse avuto due personaggi come loro sarebbe stato tutto diverso.

Ma di che cosa parla L’ultimo giorno, questo inedito dello scorso novembre (tranquilli che poi arrivo anche con quello di dicembre eh)?
Stavolta siamo alle prese con un caso mediatico. Anni addietro Diabolik e Eva non erano riusciti ad accaparrarsi il Cuore di Rubino, una pietra di inestimabile valore, entrata in possesso di una banda di rapinatori che avevano assaltato (come nel selvaggio West) un’auto dell’agenzia di sicurezza.
Adesso però qualcuno vuole vendetta. Una vendetta tremenda che vede come vittime i componenti della banda di rapinatori. Uno dopo l’altro cominciano a sparire. Uno dopo l’altro, nonostante gli sforzi della polizia (e del mitico Ginko) una serie di omicidi comincia a macchiare le pagine di questo fumetto che si legge alla velocità della luce.
Riusciranno Eva Kant e Diabolik a capire dove sia nascosto il rubino prima che l’ultimo componente della banda venga ucciso brutalmente?

Questo volumetto è una corsa contro il tempo. Tu che leggi non sai se riusciranno nel loro intento e la cosa bella è che si ha proprio la sensazione di far parte della storia. Un giallo in piena regola. Ovviamente gli appassionati di Diabolik sanno per certo che il suo personaggio c’entra qualcosa con questa storia ma la coa interessante è scoprire ogni volta come si giunge al nostro “happy ending” tanto caro alla società di massa americana degli anni ‘30.

Altro aspetto degno di nota stavolta è lo spazio che la sceneggiatura riserva alla parte mediatica. Quasi tutto il volume è incentrato sull’aspetto della divulgazione della notizia della sparizione del rubino e di come la polizia non riesca a fermare la violenza. Che i media siano portatori di verità è qualcosa su cui non si dovrebbe discutere, un buon giornalista è questo quello che dovrebbe fare, ma spesso le cose prendono strade diverse e c’è gente disposta a tutto pur di “apparire”, anche mettere in giro notizie false e fare audience.

L’amore vince su tutto.
E ancora una volta in queste pagine il significato di queste parole ha un enorme valore. Credo fermamente che chi scrive sceneggiature per Diabolik abbia una grandissima responsabilità, ovvero quella di sottolineare quanto Diabolik e Eva si amino e siano disposti a lottare l’uno per l’altro. Questo è un tema da non sottovalutare mai perché nonostante ci siano rapine, attacchi ecc. l’altra grande protagonista è la scintilla fra queste due persone.

Quanti altri fumetti possono andar fieri di così tanti aspetti?
Meditate gente. Meditate.

Francesco Balestri