mercoledì 31 luglio 2024

Megarette: Anno Zero // Trecento anni prima del ritorno

Titolo: Megarette: Anno Zero
Autore: AA.VV.
Editore: Weird Book
Collana: Weird Comics
Genere: Fumetto
Pagine: 132
Link per l'acquisto QUI

Cosa è successo all’umanità durante i trecento anni di assenza di Megarette? Questa è la domanda. La scomparsa di Megarette avvenne per mano di gigantesche bestie scimmiesche al servizio dei Neanderthal e tutti ce lo ricordiamo fin troppo bene!

L’Anno zero separa quello che c’era prima da quello che verrà poi. L’Anno Zero è il momento che vede la scomparsa della divina Megarette dalla faccia della terra e si assiste all’inizio del tracollo dell’umanità, piombata in una nuova e oscura era primitiva.

Terra promessa - Parte 1 (Storia Andrea Pirondini, disegni Fabio Govoni)
In questo primo racconto ci troviamo in una palude, un posto ameno e desolato dove nessuno di noi vorrebbe vivere. Ho sorriso quando il personaggio protagonista della storia ha fatto la sua comparsa: il barcaiolo. Lo stesso primo personaggio che incontriamo in Megarette: Rinascita.
Lo troviamo a barcamenarsi con i problemi di tutti i giorni: procurarsi il cibo. E in un luogo simile non deve essere affatto cosa semplice. Gli fa da esca una sorta di bambolina voodoo dalle fattezze di Megarette che, quasi per ironia della sorte, lo porta a raggiungere un luogo familiare al lettore: l’isola fortezza, abitata da una una donna che nel corso degli anni ha dovuto reinventare la sua vita e utilizzare il ricordo che la gente aveva di Megarette per sopravvivere lei stessa alla solitudine..

La prova (Storia Andrea Pirondini, disegni Matteo Allodi)
Chi è colei che deve superare la prova? Perché nella vita si è messi davanti a delle scelte? Sono queste le domande che si pone Ezra la guerriera. Ciò che sente lo fa per il suo popolo, ciò per cui ha scelto di lottare sono persone umili ma orgogliose come lei, decise a proteggere il villaggio che abitano a costo della propria vita. Anche se questo vuol dire trovarsi spesso faccia a faccia con la morte.

La dinastia dei Senzatesta (Storia Andrea Pirondini, disegni Giacomo Pilato)

Sulla Terra si è costretti a sopravvivere. Chi comanda è una dinastia dove i figli del Re si dividono tra il divertimento dissoluto e una costante guerra per difendere la città dall’attacco delle bestie che sempre più si fanno minacciose. Solo il primogenito è destinato a guidare il Gigante di ferro, al secondo è concesso solo di esultare e vivere nell’ombra. Ma le cose possono sempre cambiare…e quando un tremendo incidente colpisce la casata reale e gli equilibri cambiano a scendere in campo è colui che fino a quel momento non aveva proprio preso in considerazione l’accollarsi la responsabilità del futuro…


Il cerchio (Storia Andrea Pirondini, disegni Stefano Alghisi)

La gente deve credere in qualcosa. In qualcuno. In Megarette. Anche senza sapere se sia un uomo oppure una donna.La gente deve creare qualcosa dal nulla, con quello che trova.Le persone devono avere un totem qualcuno da pregare affinché le aiuti a superare i momenti più bui…che sembrano non avere mai fine. Un cerchio. Un qualcosa che racchiude e che protegge. Ma è davvero questa la soluzione?


Zazì (Storia Andrea Pirondini, disegni Yi Yang)

Come una moderna Pony pizza Zazì si muove per le strade della città facendo consegne. Le più disparate, che vanno ben oltre le sue possibilità. Ma i mostri sono sempre in agguato, però sembrano essere diventati parte di una realtà che la gente ha in qualche modo accettato. A modo loro. Come Zazì: vanno tolti di mezzo ad ogni costo. Ma la cosa più importante è sempre difendersi e arrangiarsi con le proprie mani per creare qualcosa in grado di farlo. Macho è una sua creazione, una creazione che forse neanche vedrà la luce ma farà in modo di gettare le basi per quelli che verranno dopo di lui. Robot più forti in grado di combattere i Neanderthal.


MR-S1-06 (Storia Andrea Pirondini, disegni Cristian Polizzi, mezzi toni Fabio Govoni)

Gli uomini si sono attrezzati. I più esperti si sono messi al lavoro per la creazione di un esercito di robot alti 25m in grado di contrastare i le bestie. Un esperto meccanico e un cadetto fantasticano su quella che era la vita prima di queste guerre. Gli amori che potevano nascere, le speranze che potevamo avere… Adesso resta solo il sacrificio e la risposta a un allarme rosso che non fa presagire niente di buono. Le bestie sono di nuovo qui e il cadetto deve uscire, saltando in sella del suo robot da guerra. Un agguato. Una trappola. Bestie fin troppo intelligenti che rischiano di soverchiare l’ordine costituito lasciando solo la speranza di quello che poteva essere. Ma non è stato.


Terra promessa - Parte 2 (Storia Andrea Pirondini, disegni Fabio Govoni)

Keila e il barcaiolo senza-nome fanno un accordo. Decidono di combattere insieme. Lei le mostra cosa sia in grado di fare Megarette. Lui promette di prendersi cura di lei e di mostrarle una città-paradiso, un posto dove forse il popolo di Keila può trasferirsi, nascondersi e per un po’ stare lontani dalle minacce. Il barcaiolo però non può stare con lei, lui è un uomo libero e deve comunque seguire la sua strada…anche se forse ha trovato un motivo rallentare i suoi vagabondaggi.


Il mio giudizio:  Mi ci è voluto un secolo per tornare a leggere fumetti e in particolare questo…che avevo in lista da mesi. Però sono contento di averlo letto adesso. Adesso che ho ancora in mente il ricordo dei precedenti tre capitoli che sono stati piacevolmente rinfrescati dai racconti di questo Anno Zero. Queste brevi storie colmano quei vuoti temporali che anche il lettore ha dalla scomparsa di Megarette. Come siamo arrivati a questo? Come ha fatto il mondo ad andare allo sfacelo in questo modo? Ma soprattutto, come ha fatto l’umanità a cavarsela fino al suo ritorno?

Un’unica mente per disegni di mano differente, come dei punti differenti di una stessa storia. Ognuno di loro pone un tassello, un pezzo del puzzle che va a colmare l’universo di Megarette. Mi era dispiaciuto non sapere esattamente cosa fosse successo nei 300 anni in cui era relegata nello spazio e adesso finalmente lo so. Le persone hanno lottato. Hanno tirato fuori i le unghie e hanno tirato avanti come ogni volta che c’è in gioco la sopravvivenza. Un fumetto che incoraggia alla lotta e al non arrendersi mai. Neanche di fronte a dei mostri, neanche di fronte a dei giganti di ferro. Un volume che chiude in bellezza una storia che, a parer mio, ha ancora moltissimo da poter dire…perché, come dice la protagonista sul finale è tempo di partorire un nuovo universo!

venerdì 7 giugno 2024

Megarette #3: Requiem, di Andrea Pirondini, Fabio Govoni e Giacomo Pilato

Titolo: Megarette #3

Autori: A. Pirondini, F. Govoni, Giacomo Pilato

Editore: Weird Book

Collana: Weird Comics

Pagine: 112

Link per l’acquisto QUI

Cari lettori…eccomi di nuovo qua dopo una lunga assenza per parlarvi dell’ultimo capitolo della trilogia di Megarette, una storia che va al di là del tempo e che vede combattere due popoli unita a una battaglia interiore di Anna.

Nei due capitoli precedenti abbiamo fatto la conoscenza di Anna, un’adolescente tante che porta al suo interno un grande segreto. Essere l’incarnazione di un gigantesco umanoide in lotta con i Neanderthal e avere sulle spalle la responsabilità di salvare la popolazione non è certo roba da poco.

Questo terzo volume chiude la storia. Tutto si conclude, ma viene fatto in modo del tutto inaspettato. Se le due parti che precedono Requiem avevano gettato le basi e creato un'aspettativa senza eguali riguardo la conclusione della storia, sono rimasto molto colpito dalle tavole che mi sono trovato di fronte.
Forse perché in parte sono ancora abituato alla lettura e al ritmo dei manga giapponesi, forse perché Anna/Megarette (che adesso non si fa più problemi nel riconoscere la sua vera natura) è decisa ad andare incontro al suo inevitabile destino…nella mia mente mi sono figurato uno scontro senza eguali dove la violenza e la lotta per la sopravvivenza la facevano da padrone. Ed è con grande sorpresa che ho visto dipanarsi la storia (e la battaglia!) davanti ai miei occhi in un modo del tutto inaspettato. Il tutto si gioca in due-tre pagine il resto racconta ben altro.

Ma se qualcuno di voi ha ho storto il naso nel leggere queste mie parole deve esser pronto a ricredersi perché il fatto che non si siano intere pagine tavole dedicate allo scontro, come ad esempio ci ha abituati Akira di Otomo, non significa che la narrazione sia meno accattivante. Il contrario.
Le tavole di Megarette stavolta portano alla luce ogni retroscena che ha portato a quello scontro. Quali sono le motivazioni che hanno spinto i popoli a scagliarsi l’uno contro l’altro? Esiste un vincitore e uno sconfitto? Il lettore si è fatto certamente una sua idea leggendo i capitoli precedenti…adesso gli viene tolto il tappeto da sotto i piedi, viene messo davanti a una realtà che non si aspetta dopo che le sue convinzioni sono state consolidate dai fatti, dalle immagini e dalla loro violenza distruttiva. Adesso tutto cambia e la cosa più interessante è quella che viene chiamato in causa, gli viene chiesti implicitamente di decidere perché quello in cui ha creduto fino ad ora…non ha più alcun valore.

Megarette Requiem è un fumetto atipico. Vista la tematica e i suoi personaggi si è portati a pensare (e volere) un epilogo di un certo tipo. Dopo che gli autori ci hanno messo davanti a una guerra fisica e interiore tutti si aspettano di “viverla” e di assaporarla. Ebbene, questo succede in una maniera del tutto inusuale. Gli scontri ci sono, e ci sono anche dei colpi di scena, il lettore però è spinto a “gestirla” nel modo che ritiene più giusto. In questo fumetto ciò che veramente è guerra sono le parole. Sono loro che danno il via all’azione, sono loro che giustificano le azioni dei personaggi ed investe anche i pensieri di chi legge. Non è tanto quello che si vede ma quello che si pensa. E quando si realizza che cosa davvero gli autori ci stanno dicendo i brividi iniziano a scorrere sulla nostra schiena.
I Neanderthal che abbiamo odiato fin dall’inizio per aver minacciato i Sapiens sono davvero colpevoli? Sono davvero loro i cattivi invasori che porteranno la nostra razza all’estinzione? Un bellissimo epilogo per una storia che ci mette di fronte a un fatto compiuto: non è che alla fine dei conti i cattivi siamo noi?

venerdì 16 febbraio 2024

Proteggi la mia Terra, di Saki Hiwatari

Ciao a tutti!
Carissimi fumettari vorrei oggi iniziare col porgere le mie scuse se non introduco questa mia lettura dando informazioni classiche. Dire chi ha pubblicato per la prima volta Proteggi la mia terra e dove, oppure se ha avuto successo o meno è qualcosa che tutti possono leggersi altrove. Voglio dare solo informazioni stringate. Necessarie. Detto fra me e voi…ho ascoltato fin troppa gente che con la scusa di una recensione ha poi spoilerato di tutto. E sinceramente vorrei evitare.
Quindi di cosa parla Proteggi la mia terra?

Proteggi la mia terra racconta la storia di un gruppo di adolescenti che d’improvviso cominciano a sognare. Ma non sogni comuni. Sogni collettivi. Questo getta il lettore nella confusione più totale e suscita in lui un'immediata curiosità. Cosa stanno sognano? Chi sono quelle altre persone che sembrano osservare il pianeta terra in modo così serio? Siamo nel presente oppure nel passato? Chi sono i buoni e chi sono i cattivi?

Molti criticano il fatto che il manga non abbia la freschezza del tratto classico del genere. Vorrei quindi ricordare che è un qualcosa che inizia ad avere i suoi anni, non tantissimi, ma neanche così pochi. Quindi come fa un manga che ha più di un decennio avere lo stesso tratto dei volumi che escono adesso in Giappone? Uno sarà pur libero di esprimere il proprio stile nella maniera che più ritiene opportuna? E’ praticamente impossibile. E poi volete sapere il mio parere? A me i disegni sono piaciuti moltissimo, sono reali, spontanei, veri. Sono uno dei punti forti di questa storia. Arisu in particolare, come anche Rin o il Signor Tamura (che ho adorato sopra tutti).

Altra critica è stata mossa riguardo la lentezza. Chi lo ha letto afferma che l’inizio è ostico, incomprensibile, faticoso. Ma da un manga che viene presentato come fantascientifico cosa ci si deve aspettare? Che la trama ci venga svelata subito? Così poi sì che diventa difficile leggersi gli altri 12 volumi se già si intravede il finale! La cosa peggiore è che chi l’ha fatto non ha voluto dare spazio a questa storia, non ha cercato di capire cosa succedeva dopo o se quello che ha pensato abbia avuto o no un riscontro. Personalmente ho apprezzato molto quell’alone di mistero che si percepisce fin da subito, il suo portare avanti due storie apparentemente slegate ma che iniziano a fondersi l’una con l’altra pagina dopo pagina.

In periodo storico come il nostro, dove tutto è iperconnesso e veloce, dove se non hai tutto davanti ti metti a scorrere, dove deve per forza succedere qualcosa ad ogni pagina, mi sento di dire che si deve dare tempo. E lo stesso a questo fumetto. I suoi personaggi e la storia che hanno da raccontarci rallenta il nostro scorrere del tempo. Durante la lettura io l’ho percepito e sentire che il mondo attorno a te continua a correre ma tu viaggi a una velocità ridotta è semplicemente bellissimo.
La storia di questo gruppo di persone insegna che non tutto accade nello stesso momento in cui lo viviamo. C’è un prima e ci sarà un dopo di noi. Non tutto si può capire subito. Proprio come i personaggi di Proteggi la mia terra ciascuno di noi ha i suoi tempi e l’unica cosa che dobbiamo fare è attendere il momento giusto per risvegliarci, per crescere, per avere la forza di affrontare la vita che il destino ha scritto per noi. Arisu questo lo sa bene. E’ inutile forzare i tempi. E Rin, che porta dentro di sé un vissuto da adulto che non comprende e che condiziona la sua vita al punto tale da far del male alle persone che gli stanno vicino?

Ho visionato un video di una lettrice che lamentava il fatto di un finale forse un po’ deludente. Dopo aver accennato a un evento importante che accade nel numero 11 del manga afferma di non aver capito bene cosa sia accaduto o addirittura che l’autrice non è stata capace di unire tutti i punti disseminati lungo il percorso. Fa un errore su quanti personaggi ci sono. Si chiede come mai Mokuren abbia un legame così stretto con la terra. Sbaglia l’età di uno dei personaggi principali e che nella storia avrà un ruolo determinante. Lo ha letto fino in fondo ma non ha capito.
Ma va’?
La gente non comprende. Tutto deve sempre essere chiaro fin dall’inizio sennò si fa fatica e se non si capisce si resta delusi. Ma perché deve essere così per forza? La complessità degli ultimi volumi è dovuta al fatto che tutto ciò che viene narrato in precedenza si fonde, finalmente il passato e il presente si uniscono e quindi non c’è più niente da spiegare perché tutto è davanti agli occhi del lettore. Ciò che sta leggendo in quel momento non è niente che alla fine non sappia già, viene solo reso palese…con tutta la sua devastante verità. Ed è bellissimo perché abbiamo avuto tutta la storia sempre davanti agli occhi senza rendercene conto. Pagina dopo pagina stavamo già leggendo il finale, arricchito via via da avvenimenti forse un po’ strani, ma questo non ha mi ha mai distratto dal fine ultimo e dal chiedermi cosa succederà quando le password verranno raccolte tutte nuovamente? Quale sarà il destino della terra?

Una spinta ad andare avanti, a non guardarsi indietro. Se siamo stati innamorati nella vita precedente dobbiamo esserlo anche adesso?
Il passato ci condiziona. Dobbiamo prendere in mano le redini della nostra vita altrimenti qualcun altro lo farà per noi. Dobbiamo maturare. Questi sono i temi principali delle pagine di questo fumetto, assieme ovviamente a quello della reincarnazione, dell’omosessualità. Motore di tutto quanto è sempre e comunque l’amore. Che esso sia rivolto ad un amante, a un luogo che si chiami casa, a un passante che ci salva la vita dopo un brutto incidente, o un familiare…non importa. Diverse sono le forme d’amore, come diversi sono i caratteri dei protagonisti, lo sono così tanto che spesso sembrano quasi irreali. Ma la vita non è forse una serie di atteggiamenti con cui ci scontriamo ogni giorno? Sono problemi esistenziali seri nonostante i personaggi siano molto giovani e visto e considerato le generazioni attuali c’è solo da sperare che vengano a contatto con questo manga, maturare e capire cosa sia davvero importante nella vita.

Francesco Balestri

giovedì 1 febbraio 2024

Megarette #2: Guerra, di Andrea Pirondini, Fabio Govoni e Giacomo Pilato

Ciao a tutti amici fumettari, come state? Con oggi si apre il secondo capitolo della trilogia di Megarette, fumetto fantascientifico ideato da Andrea Pirondini, Fabio Govoni e Giacomo Pilato.
Ma iniziamo subito!

Autori: A. Pirondini, F. Govoni, G. Pilato

Editore: Weird Book

Collana: Weird Comics

Pagine: 58

Link per l’acquisto QUI

Questo nuovo volume porta il nome di Guerra. L'albo precedente si era infatti concluso in maniera particolare. Da una parte abbiamo lasciato Megarette appena risvegliata dal coma siderale pronta a scontrarsi con un gruppo di Neanderthal che minacciano di distruggere l’isola fortezza, dall’altra abbiamo Anna la majorette coinvolta in un “regolamento di conti” con una compagna di squadra quando improvvisamente una tremenda esplosione la distrae…

Un'apertura con un presagio oscuro. Piove amore dal cielo ma sulla terra si semina odio e antichi ricordi tornano a galla mentre gli Eterni Magi sono pronti alla guerra: Arrivano! Arrivano!
Un esordio che immediatamente mi ha riportato alla mente il finale dell’opera incompiuta di Pirandello: I giganti della montagna. Un gruppo di attori di una compagnia scalcinata odono in lontananza dei rumori minacciosi in avvicinamento e guardano con aria sconvolta il futuro di fronte a loro con la paura che veste i panni di mostri, giganti, che nessuno conosce.

La storia prende due strade differenti.
Siamo ancora in città e una donna, la madre di Anna scappa, la cerca. deve trovare assolutamente sua figlia e metterla al corrente delle sue paure e del perché si annida in lei la paura che potrebbe succedere loro qualcosa. Il passato dei genitori di Anna nasconde un grosso segreto, le ricerche che hanno condotto li hanno portati a scoprire che forse la storia non è come ce l’hanno sempre raccontata. Forse gli uomini di Neanderthal non si sono del tutto estinti. Qualcosa, dal sapore preistorico, vive ancora in mezzo a noi senza che ce ne accorgiamo.
Ma anche Anna porta dentro di sé un segreto. Deve tenere a bada una strana forma di anemia nel sangue ed è possibile farlo solo con l’aiuto di un farmaco, il DEA (una sorta di metallo fluido che se urtato si indurisce per poi tornare allo stato normale), sintetizzato in laboratorio e messo in forma di pasticche. Tutto questo se non tenuto sotto controllo può avere delle ripercussioni: un forte sentimento di azione.

Ecco che l’aggressività di Anna di fronte a un imminente pericolo assieme alla mamma, scatena in lei un mondo interiore di cui ha solo un vago ricordo. Ed ecco che i due mondi si fondono all'istante. Quello legato alla al passato che la vede protagonista della lotta contro le bestie disumane dei Neanderthal a fianco di Keila sull’isola-fortezza, e quello odierno in cui un mostro, che tanto ricorda le creature giapponesi dei film in bianco e nero, sta distruggendo la città. Megarette combatte quindi su due fronti, incurante del pericolo, incurante del fatto che ancora non è convinta di cosa le stia succedendo, di che mondo facciano parte i ricordi che le affollano nella mente ma soprattutto incurante di sapere chi sia lei davvero. Le sorti dell’umanità sono nelle mani di Megarette-Anna che si getta nell’azione senza farsi troppo domande, come una vera eroina, le risponde le darà in seguito. Perché gli umani dalla notte dei tempi vengono puniti? Cos’hanno fatto per meritarsi tutta questa sofferenza?

Questo secondo volume della trilogia ci racconta la storia di una donna che si fa portavoce della potenza, della determinazione, e della voglia di lottare per quello in cui le donne credono. La sorellanza, l’alleanza di due donne di età differenti, prima la madre di Anna e successivamente Keila, mostrano come nonostante i bisogni cambino, i nemici cambino, le epoche cambino, l’obiettivo sia sempre lo stesso: sopravvivere e far valere i propri diritti. In un’ambientazione scarna, che tanto ricorda Star Wars - La minaccia fantasma, al punto da ventilare l’arrivo di Anakin Skywalker, anche il lettore è al fianco di Anna-Megarette che sfodera una delle sue armi segrete, il Megapon (che non vi dirò cos’è per non rovinare la sorpresa,ma gli estimatori apprezzeranno sicuramente!), per abbattere i Neanderthal che minacciano di fagocitare la specie successiva. A conferma di questo richiamo al cinema di fantascienza fanno la comparsa alcuni robot alleati e anche loro ribelli. Omu in particolare, che tanto somiglia a BB-8, è giunto per informare che la città che ha accolto Anna è stata messa a dura prova e, purtroppo, qualcuno a cui lei si era affezionata è rimasto coinvolto…

Un bellissimo grido di ribellione e sul senso di appartenenza a cui viene dato ulteriore risalto da quesiti esistenziali: se combatto con tutte le mie forze e ciò che trovo è solo morte e distruzione a cosa servo? Nel cuore, e nel corpo di Anna, risiede una forza inaudita. Suo padre e sua madre lo sapevano fin da quando era piccola. Adesso che lei è cresciuta le cose sono cambiate. E’ maturata, proprio come un rito di passaggio all’età adulta. Prima ci sono i genitori che si preoccupano che ti comporti secondo le regole e che ti proteggono, crescendo devi provare a continuare a dar loro ascolto (il padre stesso le confessa che deve imparare a conoscere la sua forza e che solo in seguito capirà come usarla), ma quando arrivi alla maturità sei solo tu contro il mondo intero e devi sperare che le armi che ti hanno dato funzionino altrimenti gli altri-mostri ti saranno immediatamente addosso per sbranarti…

Francesco Balestri

mercoledì 10 gennaio 2024

Megarette #1: Rinascita, di Andrea Pirondini, Fabio Govoni e Giacomo Pilato

Buongiorno a tutti e ben ritrovati fumettari!
Come avete passato questo ultimo giro di boa delle feste? Se da una parte bramavo di riposare un po’ dall’altra non vedevo l’ora di tornare a bloggare.
Eccomi qua infatti per una nuova recensione: il primo volume di Megarette di Andrea Pirondini con i disegni di Fabio Govoni e Giacomo Pilato. Era da un po’ di tempo che lo tenevo in cantiere in attesa di uscire allo scoperto…così dopo essermelo gustato nei giorni scorsi posso raccontarvi come la penso.

Titolo: Megarette # 1

Autore: A. Pirondini, F. Govoni

Editore: Weird Book

Collana: Weird Comics

Pagine: 112

Link per l’acquisto QUI

Cosa racconta questa prima parte di questa trilogia? Siamo in un’aula universitaria. Un professore spiega ai suoi alunni come gli uomini di Neanderthal si sono estinti. Com’è potuto succedere? Com’è che tutto è cambiato? L’uomo come si è ritrovato a dover subire una migrazione di tale portata?

Con queste domande che ci attaccano la mente ci ritroviamo altrove, le pagine ci trasportano avanti nel tempo. Un tempo che noi non conosciamo, affiancati da un barcaiolo che si imbatte in qualcosa, in qualcuno, in colei che è destinata a rovesciare lo status quo: Anna, una ragazzina indifesa che sembra proprio essere piovuta dal cielo.
Il barcaiolo e la comunità dei suoi simili, i Sapiens, vivono una realtà sconcertante. Il mondo non è più quello che conosciamo adesso. Le loro esistenze sono governate dai Neanderthal che hanno preso il sopravvento e li costringono a vivere in condizioni di sudditanza. Come hanno potuto sopravvivere i Sapiens ai numerosi attacchi dei loro mostri? Perché all’interno della città-fortino vi è una divinità robotica che somiglia tanto a Megarette, la mega-gigante che sembra essersi persa nello spazio profondo, e che finge di essere una divinità? Che ruolo avrà Anna in questo mondo dove la violenza, l’istinto e una legge primordiale dominano incontrastati?

Ok. Mi fermo qua. Non me la sento di raccontare altro, è giusto che ciascuno scopra le proprie sorprese!  Ciò che il lettore si trova di fronte è l’immediato utilizzo del ritmo temporale. La storia di Megarette viene frammentata in 3-4 fili narrativi che vanno subito inseguiti e afferrati… Non è possibile fare altrimenti. Un attimo prima siamo seduti su un banco di fronte a un adulto che ci racconta una parte della nostra storia, quello successivo siamo in coma siderale assieme a Megarette in collisione con un satellite e quello dopo ancora siamo all’interno di un cunicolo sotterraneo in compagnia di qualcuno che per anni ha cercato di prendere il suo posto. Il tutto nel brevissimo arco di poche pagine. Sintesi e ritmo incessante allo stato puro.

Nessun tema aulico, nessun tema che presuppone chissà che cervellotica spiegazione. Pirondini e la sua squadra utilizzano la semplicità e l'immediatezza per far arrivare il messaggio. Il lettore si trova di fronte la bestialità, o per meglio dire, l'essenza del nostro essere, l’essere umano riportato agli albori, a quando l’unica cosa che contava era la cacciare o essere cacciato.
Anna viene accolta dal barcaiolo come un animale. Lei non parla, è taciturna, sembra addirittura che non abbia niente di umano. Sfortunatamente per lei sarà costretta a crescere e anche alla scelta. Costretta a farsi spazio nel mondo a gomitate per non essere fatta a pezzi da una comunità che non la comprendere e non capendola l’unica cosa che è in grado di fare è tentare di ucciderla. Di fronte a una minaccia l’uomo non ha mai esitato a fare del male e, purtroppo, queste pagine ce lo raccontano fin troppo bene, riempiendo questo primo volume di una scarica di attualità e modernismo senza pari.
La storia (come materia) non ha mai smesso di insegnarci qualcosa, certo a modo suo, non si è mai messa i guanti bianchi per ricordarci quanto siamo sempre pronti a criticare gli altri, come gli abitanti dell’isola-fortificata, senza però guardarci dentro e vedere che siamo peggio di chi ci sta di fronte.

I Sapiens dovrebbero essere la specie più evoluta della nostra razza. Dovrebbero. Allora perché, per quanto intelligenti, in questa storia sono precipitati nel vuoto e hanno preferito credere alle parole di un totem-fantoccio che parla con la voce tonante di una donna corrosa dall’acredine e dalla solitudine?
Un popolo in balia di una minaccia che ancora non conosciamo (ok si chiamano Neanderthal ma chi sono e come sono fatti ancora non lo sappiamo) e che si illude che le cose possano andar meglio solo perché un idolo-ciarlatano si cela dietro una maschera mi ha fatto pensare a Oz e al Magnifico Mago. Gli abitanti confinati della Città di Smeraldo e che vivono nel terrore di vedersi piombare addosso le Scimmie Volanti, non sono forse gli stessi che adesso vivono nella paura che qualcosa o qualcuno possa portare via loro quel poco che hanno? Il vero Oz non è forse un piccolo uomo capace solo di illudere la gente?

Anna è tutti noi.
Anna è la vittima, ma proprio per questa sua caratteristica deve cavarsela da sola perché nessuno l’aiuta. Da un parte abbiamo una lei remissiva che solo dopo che la sua vita è stata messa in pericolo decide di reagire…e dall’altra una Anna più vicina a noi. Questa Anna sa già cosa chiedere alla vita, sa come farsi valere di fronte alle avversità. Megarette fa parte di lei. Dai tempi antichi le ha lasciato qualcosa, qualcosa di legato al momento in cui fu data in pasto alla folla, una lei che mantiene un collegamento con la parte più primordiale di sé stessa.
E’ questo il punto forte di questo inizio storia. Il confondere i piani temporali. I fili narrativi aperti sono distinti fin dall'inizio. Quello che tiene unito il tutto è il non detto, il piacere di conoscere una storia per come ce l’hanno sempre raccontata nei libri e vedere come sia possibile ribaltare tutto quanto creando una narrazione che mischia una lezione di paleontologia e il moderno, l’avventura a una forte critica della società (che in parte ancora ci appartiene) e un popolo di primitivi che sembravano estinti e che adesso rischiano di sovvertire l’ordine delle cose.

Cos’è accaduto dopo che la Anna imprigionata nella città-fortino ha deciso di ascoltare la voce entro di lei? E quali conseguenze si sono invece abbattute contro la Anna dei giorni nostri, la cheerleader col temperamento degno di una guerriera d’altri tempi?

Adesso che i Neanderthal stanno per attaccare tutti siamo in pericolo...e questo è l'inizio di una storia che merita di essere tramandata.

Francesco Balestri

mercoledì 3 gennaio 2024

Diabolik inedito: L’ultimo giorno - N°11 (2023)

Ciao a tutti e ben ritrovati sulle pagine di questo blog!

Dopo che qualche tempo fa ho riscoperto il piacere di trovarmi di nuovo immerso nel mondo di Diabolik ho pensato…beh perché non continuare? Eccomi quindi a spendere due parole sul malvivente mascherato più affascinante di sempre e la sua compagna che pure lei non ha eguali…c’è poco da dire. Se Diabolik non avesse avuto due personaggi come loro sarebbe stato tutto diverso.

Ma di che cosa parla L’ultimo giorno, questo inedito dello scorso novembre (tranquilli che poi arrivo anche con quello di dicembre eh)?
Stavolta siamo alle prese con un caso mediatico. Anni addietro Diabolik e Eva non erano riusciti ad accaparrarsi il Cuore di Rubino, una pietra di inestimabile valore, entrata in possesso di una banda di rapinatori che avevano assaltato (come nel selvaggio West) un’auto dell’agenzia di sicurezza.
Adesso però qualcuno vuole vendetta. Una vendetta tremenda che vede come vittime i componenti della banda di rapinatori. Uno dopo l’altro cominciano a sparire. Uno dopo l’altro, nonostante gli sforzi della polizia (e del mitico Ginko) una serie di omicidi comincia a macchiare le pagine di questo fumetto che si legge alla velocità della luce.
Riusciranno Eva Kant e Diabolik a capire dove sia nascosto il rubino prima che l’ultimo componente della banda venga ucciso brutalmente?

Questo volumetto è una corsa contro il tempo. Tu che leggi non sai se riusciranno nel loro intento e la cosa bella è che si ha proprio la sensazione di far parte della storia. Un giallo in piena regola. Ovviamente gli appassionati di Diabolik sanno per certo che il suo personaggio c’entra qualcosa con questa storia ma la coa interessante è scoprire ogni volta come si giunge al nostro “happy ending” tanto caro alla società di massa americana degli anni ‘30.

Altro aspetto degno di nota stavolta è lo spazio che la sceneggiatura riserva alla parte mediatica. Quasi tutto il volume è incentrato sull’aspetto della divulgazione della notizia della sparizione del rubino e di come la polizia non riesca a fermare la violenza. Che i media siano portatori di verità è qualcosa su cui non si dovrebbe discutere, un buon giornalista è questo quello che dovrebbe fare, ma spesso le cose prendono strade diverse e c’è gente disposta a tutto pur di “apparire”, anche mettere in giro notizie false e fare audience.

L’amore vince su tutto.
E ancora una volta in queste pagine il significato di queste parole ha un enorme valore. Credo fermamente che chi scrive sceneggiature per Diabolik abbia una grandissima responsabilità, ovvero quella di sottolineare quanto Diabolik e Eva si amino e siano disposti a lottare l’uno per l’altro. Questo è un tema da non sottovalutare mai perché nonostante ci siano rapine, attacchi ecc. l’altra grande protagonista è la scintilla fra queste due persone.

Quanti altri fumetti possono andar fieri di così tanti aspetti?
Meditate gente. Meditate.

Francesco Balestri

martedì 19 dicembre 2023

Poe and the Devil, di Ernesto Carbonetti // Scivolare all'inferno assieme ad Edgar Alla Poe

Siamo a Baltimora. Anno 1849.

Parole che mettono immediatamente di fronte a qualcosa che ha a che fare con l’oblio incoraggiato dalle ombre della notte. Parole che ci informano che qualcuno è stato raggirato, preso in giro, abbandonato e lasciato in un vicolo oscuro a finire quello che il destino aveva forse in serbo per lui.

Costui è un importante letterato.Uno dei padri della letteratura gotica di tutti i tempi: Edgar Allan Poe. Lo sguardo compassionevole di un famoso editore che lo riconosce mette in moto la trama di questo lavoro di Ernesto Carbonetti che ci trascina nei meandri della psiche umana e non solo. 

Titolo: Poe and the Devil

Autore: E. Carbonetti

Editore: Weird Book

Collana: Weird Comics

Pagine: 112

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Poe è ricoverato al Church Home Infirmary. Il suo soccorritore si reca in visita alla struttura per avere notizie sulla persona che sembra avergli cambiato la vita, colui che gli ha indicato la strada da seguire, colui che lo ha appassionato al suo lavoro in un mondo pieno di barbarie, coscienze luride e sommersi da un mare di liquame. Ciò che però trova è un muro di ignoranza e scarsa empatia. Sembra che Poe sia destinato a soccombere, inghiottito dalla solitudine e dalla disperazione.

E’ infatti in un desolato letto (che ha tutte le sembianze di quello di un manicomio) che troviamo il protagonista di queste tavole. Un uomo solo e in preda al delirio, vittima delle immagini che si succedono come flash nella sua mente.

Cosa c’è realmente al suo interno? E’ solo frutto della sua fantasia oppure gli avvenimenti tragici e luttuosi del suo passato sono tornati a farsi vivi? Lui è pronto a guardarsi dentro e lo fa attraverso una proiezione di se stesso, a subire una sorta di metamorfosi perché per comprendere si deve cambiare e assumere nuove forme, anche se quelle forse hanno fattezze demoniache.Chi è davvero il diavolo? Un’entità esterna giunta per ghermire la nostra anima o è qualcosa che abbiamo sempre portato dentro di noi e che adesso, nel momento cruciale della nostra vita (la morte, il giudizio finale) si palesa per tirare le somme della nostra esistenza?

Poe nel suo letto d’ospedale è confinato in un limbo da cui non potrà uscire fino a che non comprende il senso della sua vita. Finché non mette un punto fermo e smette di piangersi addosso per gli eventi che gli sono successi (Poe è rimasto orfano di entrambi i genitori), lui stesso infatti afferma “Ho vissuto tutta la mia vita nelle mancanze. All’insegna di separazioni e abbandoni”. Cos’ha nella testa chi si sente solo?

Il tema principale di queste pagine è senza ombra di dubbio la difesa della letteratura. Il co-protagosnita, la figura dell’editore che soccorre Poe, non riesce ad accettare il fatto che qualcosa potrebbe togliere la vita a una persona di valore come lui. Come potrebbe andare avanti il mondo senza un faro che nella notte ci indica la via? La vita di un poeta ha valore, è per questo che deve essere salvato, deve essere tenuto in vita il più a lungo possibile perché se lui muore con lui muore anche la possibilità di un’esistenza degna. Ecco il grande tema. Il perenne scontro tra la letteratura, quindi il mondo umanistico, e quello del volgo, ovvero il mondo di quelli che pensano solo al denaro. Questo aspetto è incarnato dalla figura del dottore della clinica, un uomo scettico, freddo e totalmente privo di umanità, tanto da definire la bruciante passione letteraria un capriccio personale, e tutte le raccomandazioni che l’editore si premura di suggerire vengono definite inutili e superflue. Tutti termini con cui spesso viene descritta una qualsiasi letteratura in mano a coloro che non hanno gli strumenti per comprendere.

Una lotta tra umanità e logica, tra cristianità e perbenismo. Un uomo come Poe però ha sempre vissuto al limite. L’abbandono dei suoi genitori, la solitudine e la morte per tubercolosi della compagna (Sarah Elmira Royster) hanno gettato la sua esistenza in braccio all’altro grande tema del fumetto: l’alcolismo. L’abuso di alcool ha fatto spesso capolino nella sua vita, come anche lo spendere denaro e l’essere dedito al gioco d’azzardo. Non sapremo quindi mai fino in fondo se ciò che vede Poe in quel letto di ospedale sia vero oppure dettato dalla sua fantasia mischiata al resto. Forse è questo uno dei punti di forza di questo fumetto, il tenere il lettore costantemente in bilico tra vari mondi, quello reale, quello inventato, quello che poteva essere un futuro così tanto agognato e un passato che continua a dare sofferenza. Ad un’unica persona. Poe.

Il mio giudizio: Se siete amanti della letteratura e in particolare amate le atmosfere dark e claustrofobiche non potrete far altro che apprezzare questo fumetto e l’egregio lavoro di ricerca e stile che è stato fatto da Carbonetti. Ogni balloon spalanca un universo differente. Una citazione. Un cosiglio. Una forte critica. Il tutto utilizzando un linguaggio che sembra scritto direttamente dall’autore in persona. Mi ha fatto particolarmente piacere questo perché contribuisce ad elevare il fumetto ad opera d’arte sradicando l’idea che questo genere sia rivolto solo ai ragazzini. Questo è anche un lavoro per adulti. L’unione del mondo del sogno con avvenimenti realmente accaduti gettando in faccia al lettore il dubbio di come si siano svolti davvero i fatti crea una spirale che ti precipita nella storia. Una storia di fantasmi, di demoni, reali o inventati, non importa. TU vuoi capire. TU devi sapere se quello che hai tenuto in mano fino ad ora è accaduto davvero o no. Come dice Satana “Sei tu a dover scegliere il tuo Ade”. Una storia di alcool, di tentato suicidio, di morte.E secondo me quando una lettura suscita interesse e ti spinge a fare ricerca rasenta la perfezione. E sono quindi felice di aver fatto parte di questo processo.

Consigliatissimo.

Francesco Balestri